Sono le 7.30 di un ordinario mattino.
Il capoturno arriva al Rifugio ancora avvolto nel silenzio. Appena l’auto si ferma, ecco Fred, Ginger e Kenya che danno l’allarme! E’ la sveglia per tutti. “Stanno arrivando! La giornata comincia! “
Man mano arrivano anche gli altri volontari di turno. Sono in media quattro e si fermeranno fino all’ora di pranzo. Quattro, cinque ore di lavoro praticamente senza sosta. Può capitare che nei loro pensieri, alzandosi al mattino la voglia di “darsi malato” si affacci nelle loro menti: il freddo pungente delle mattine d’inverno, il caldo opprimente di quelle d’estate, la fatica…
Poi gli occhi di King, di Pluto, di Billy solo per citarne alcuni, speranzosi, tornano loro in mente come uno schiaffo potente ed hanno il sopravvento. Dunque eccoli lì, tutti i volontari del turno.
E’ inverno, ci sono le tende che servono a tenere un po’ più al caldo gli ospiti da avvolgere, l’acqua da aprire, la cucina da attivare.
Il primo giro è un saluto per tutti, per vedere se stanno tutti bene, se hanno mangiato la loro pappa della sera. A tutti i cagnetti è rivolta una parola di saluto e di coccola.
Mentre alcuni volontari iniziano ad aprire le gabbie, a turno, per permettere agli ospiti di espletare i loro bisogni mattutini, la capoturno inizia a somministrare le terapie del mattino ai cani che ne hanno bisogno. Sono terapie di cura ma anche solo integratori di sostegno che la veterinaria (che a cadenza settimanale visita il canile) propone per i cani del rifugio. Può anche essere che i volontari si accorgano di qualche anomalia nei piccoli e dunque immediatamente, senza aspettare la visita settimanale, si attivino per fare visitare il cane ed intervenire. D’altra parte, il capoturno è presente tutti i giorni, gli altri volontari almeno una volta alla settimana quindi ognuno di loro conosce perfettamente patologie, manie ed abitudini di ogni singolo ospite. Subito dopo è il momento delle colazioni. Inizia a serpeggiare l’euforia….
Poi, si comincia a pulire le gabbie. Sebbene i cani preferiscano nella gran parte sporcare fuori, le gabbie vanno comunque pulite e rinfrescate. D’inverno si sostituisce la segatura, si sistemano le coperte, si controlla che le cucce coibentate siano in ordine. D’estate si lava tutto diligentemente.
Per i cagnetti è anche momento di svago. Molti di loro escono insieme ed iniziano a giocare nei prati del rifugio. La compatibilità tra ogni nuovo arrivo e gli altri ospiti viene verificata ogni volta. Sono nuove amicizie che nascono!
Altri amano giocare con i volontari di turno. La palla, la ricerca… o semplicemente stare vicino o in braccio e prendersi coccole in un fugace momento di vita ordinaria.
Arriva l’ora di pranzo. E’un momento complesso. Ci sono le pappe veterinarie specifiche, ma ci sono anche le pappe “speciali” un po’ personalizzate a seconda dei piccoli vizi di alcuni dei cagnetti. C’è Rio che ama solo il patè; Tappo che ha pochi denti e a cui si dà cibo umido… C’è il brodo e la carne che viene cotta ogni giorno per insaporire le pappe di tutti.
Nessuno vuole più giocare o farsi coccolare… c’è Siria, un po’ sovrappeso, ma che dal giardino in cui scorazza libera, appena capisce che quella ciotola è proprio la sua, corre verso la gabbia come un levriero; c’è Jack che non puoi proprio permetterti di far rientrare con la sua ciotola nelle tue mani perché la ruberebbe subito, impedendoti di camminare; ci sono Olivia, Jordan, Victor a cui la pappa va data nei “labirinti” per evitare che mangino davvero troppo in fretta.
A questo punto, un ultimo giro di controllo, momento di riposo per gli ospiti, ed i volontari che finalmente hanno finito il loro lavoro non senza aver lasciato istruzioni su eventuali anomalie al turno del pomeriggio.
Sono le 14.30 Arrivano i volontari del pomeriggio.
I gesti e le abitudini del mattino si ripetono. Non ci sono più le tende da aprire, ma i cancelli. E si!
Il pomeriggio è il momento delle passeggiate, ma anche delle visite esterne.
Appuntamenti vogliono dire possibili adozioni, quindi sono momenti molto importanti. Le volontarie che si occupano di queste mansioni da “dietro le quinte” chiamano per aggiornare sulle visite di esterni. Sono loro che parlano con il pubblico e, successivamente verificano le eventuali richieste di adozione.
Alcuni dei presenti nel turno si organizzano per le passeggiate dei cani fuori dal rifugio. Sono momenti importanti: un’uscita nel “mondo reale”, tra odori ed incontri differenti. E’ anche un momento per abituarli alla pettorina, al guinzaglio, alle persone.
A volte capita che dei volontari decidano di portare qualche ospite “In gita” per tutto il giorno. Inutile raccontarvi che gioia!
Altri volontari rimangono in rifugio a gestire le uscite dalle gabbie a gruppi per permettere loro di giocare nei prati e socializzare ma anche per “rinfrescare” le gabbie e pulirle nuovamente se ve ne è bisogno.
E’ il tramonto. Si ripete il rituale della pappa. Nulla di nuovo. Ma alla sera, subito dopo, i piccoli si sistemano nelle loro cucce per la notte. Alcuni, più vecchietti o più gracili vengono sistemati nella zona chiusa e più calda. Alcuni amano rimanere nelle “vasche” e ad allora si controlla che le coperte siano ben messe, i loro cappottini in ordine.
Si chiudono le tende, si pulisce la cucina, si lavano i pavimenti delle aree comuni, si spengono le luci e si salutano i piccoli, lasciando di nuovo gli aggiornamenti su come è andato il pomeriggio per il turno dell’indomani!
E l’ultimo pensiero, mentre il buio avvolge il tutto è che domani arrivi per ognuno di loro una bella famiglia. Buona notte ragazzi.